L’infinita Sanatoria dei Migranti: problemi e soluzioni
Alcune pratiche sono bloccate per carenza istruttoria, quasi sempre perché manca il requisito reddituale del datore di lavoro, ma non bisogna scoraggiarsi perché con il giusto aiuto si possono colmare le lacune ed essere convocati allo Sportello Unico Immigrazione per la firma del contratto di soggiorno.
Come si sblocca la pratica della sanatoria? Qual è il reddito di riferimento?
Per ottenere la convocazione e “sbloccare” la pratica bisogna compiere alcuni passi nella giusta direzione, senza farsi prendere dal panico. Spesso ciò che blocca il procedimento ed impedisce la concessione dell’appuntamento in Prefettura è il mancato allineamento dell’anagrafica del richiedente con l’identità digitale sul Portale Immigrazione, problema che con il semplice intervento di un legale esperto può essere risolto in tempi molto rapidi. Altre volte il problema riguarda i redditi, ma anche per questo vi è una soluzione che può accorciare di molto i tempi per la trattazione della domanda, ottenendo finalmente l’appuntamento. Il reddito di riferimento è quello relativo alle dichiarazioni dei redditi del 2020 relative all’anno di imposta del 2019, anche se la convocazione avviene nel 2024.
Perché la Prefettura non risponde mai alle PEC? Qual è l’avvocato giusto?
Bisogna premettere che la mole di messaggi elettronici certificati ed ordinari che arriva agli indirizzi della Prefettura è enorme e l’Amministrazione è sottoposta ad un carico di lavoro insostenibile a fronte di una notoria carenza di organico. Il SUI, perciò, può permettersi di rispondere soltanto alle PEC che rispettano tutti i requisiti di forma e di delega previsti dalla legge. L’aiuto di un esperto immigrazionista, anche per una semplice richiesta di accesso agli atti, risulta fondamentale per ricevere in tempi brevi una risposta alle proprie richieste e risolvere i problemi. Troppe persone, infatti, si improvvisano esperti di immigrazione e fanno più danni che benefici. L’avvocato giusto è quello che ha esperienza, che dopo aver inviato la PEC si alza dalla sedia, che conosce i canali pratici e le norme di riferimento ed agisce con cura ed interesse, accompagnando gli assistiti presso gli uffici competenti. Non ci si improvvisa in questo settore!
Se l’idoneità alloggiativa non è pronta si può firmare il contratto di soggiorno?
Anche se non si è ancora ottenuto il certificato di idoneità alloggiativa relativo all’immobile per cui si possiede la cessione di fabbricato (la cosiddetta ospitalità), si può procedere alla stipula del contratto di soggiorno e quindi si può essere convocati in Prefettura per la firma e si può concludere la pratica. L’Amministrazione, però, si riserverà di revocare il contratto di soggiorno allorquando lo straniero non ottenga successivamente l’attestato di idoneità dell’immobile previsto dalla legge. Per questo motivo è opportuno affidarsi alle persone giuste per evitare sgradevoli sorprese. La revoca, infatti, può essere molto amara.
Si può cambiare datore di lavoro in corso di sanatoria?
E’ possibile cambiare datore di lavoro nel corso della regolarizzazione a patto che il subentro rispetti alcuni requisiti fondamentali. In primis, il datore originario deve possedere i requisiti reddituali richiesti alla data di presentazione della domanda e deve aver assunto con regolare contratto lo straniero, anche per pochi giorni. Il subentro, in questi casi è ammesso ma va segnalato per tempo ed anche il datore subentrante deve possedere tutti i requisiti previsti dalla legge. Non bisogna dimenticare, infatti, che chi ha subìto condanne per alcuni gravi reati, soprattutto quelli che concernono lo sfruttamento o il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, non è ammesso e la sua pratica sarà rigettata.